lunedì 17 gennaio 2011

CONTESTAZIONE DI PIAZZA

Una volta esisteva la cara, vecchia manifestazione per le strade: non importa che si trattasse di problemi di carattere sociale, economico o sportivo, l'importante era il momento di aggregazione e di "protesta" (civile) nei confronti di qualcuno e di qualcosa. In Italia, si sa, la laica religione di Stato è il calcio, ed è l'argomento principe di ogni conversazione, soprattutto maschile, soprattutto il lunedì. Una volta esisteva anche una società sportiva che tremare il mondo faceva, e che ancora oggi, nonostante tutto, ha il bacino di tifosi più ampio d'Italia. Ora di quella squadra rimane il nome e poco più, e rimangono i tifosi che soffrono (è proprio il caso di dirlo) per lei. O, in alternativa, usano il vostro social network preferito per contestare.
La squadra in questione è la cara, Vecchia Signora anche nota come Juventus, alle prese con annate che definire difficili è dir poco, in relazione alla sua (più che) centenaria storia. Tralasciamo le vicende societarie e sportive e passiamo alla stretta attualità: la squadra viaggia al di sotto delle aspettative e la dirigenza si muove alla ricerca di un calciatore che possa cambiare (in positivo) le sorti dei bianconeri. L'ultimo nome accostato è quello di Antonio Floro Flores, calciatore dalla carriera discreta ma probabilmente non il campione che può far fare il famoso "salto di qualità" alla squadra. E' bastato far trapelare la quasi ufficialità dell'operazione per scatenare la rivolta: e non la rivolta di piazza come accadeva un tempo, ma quella "comoda" fatta sulla pagina Facebook del giocatore, diventata ben presto un ricettacolo di insulti accanto ai quali campeggiava spesso un nome e un cognome. La notizia ha fatto così tanto scalpore da far finire sulla prima pagina di un quotidiano sportivo nazionale, il Corriere dello Sport, la parola Facebook come unico mezzo di contestazione digitale:




Anche questa volta non voglio entrare nel merito della vicenda sportiva (notoriamente non capisco nulla di pallone...), ma solo "contestare", tanto per rimanere in tema, le parole usate. La contestazione non è proprietà assoluta di Facebook, visto che anche sui siti dei quotidiani o sui forum specializzati se ne leggono di tutti i colori. Invece no, sbatti Facebook in prima pagina e vedrai che l'eco mediatica è garantita. Quando capiranno che Facebook non vive senza Internet, mentre Internet vive benissimo senza Facebook?

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