mercoledì 8 giugno 2011

NON DITELO!*

Questa è la classica notizia che fa notizia, nel senso che è lì pronta ad innescare il solito vespaio di polemiche che - per carità, fanno bene al confronto - generano una verità troppo soggetta ad opinioni e punti di vista personali. Dall'altra parte del Monte Bianco, ossia nella patria dei nostri cugini francesi, è stata varata una legge in cui si vieta espressamente di citare Facebook e Twitter in TV. I motivi alla base di questa a suo modo epocale decisione? Varie le scuole di pensiero. Il primo motivo che a molti viene in mente riguarda il "protezionismo" della lingua francese a cui non ci si fa mai il callo (uno su tutti? Il dispositivo di puntamento informatico, noto al mondo come mouse, da loro resta souris), ma pare che ci sia una ragione molto più pragmatica alle spalle. Beninteso, le due parole non saranno bandite per sempre dal piccolo schermo d'oltralpe: semplicemente, non si potrà rimandare a contenuti multimediali sul vostro social network preferito e su quello che vive grazie ai cinguettii. In altre parole: seguiteci su Twitter oppure diventate Fan della nostra pagina FB non si potrà (più) dire, mentre magari citare una notizia con protagonisti questi due siti (perché magari vi stanno rovinando l'esistenza - non solo quella digitale - ma non riuscite comunque a smettere) si potrà ancora fare. Facciamo due più due e quindi probabilmente la motivazione alla base della scelta è di natura economica: Twitter e Facebook sono giganti del Web, ma sono anche marchi. Marchi che generano fior di denaro (il come dovrebbe essere noto), e dunque come tali devono essere trattati, ossia evitando di citarli per evitare pubblicità occulta e/o concorrenza sleale.

Via al vespaio di opinioni: c'è chi ovviamente si schiererà contro questa decisione a priori, chi la appoggerà a priori, chi attaccherà la Francia e il suo sistema linguistico, chi difenderà l'Italia sperando che non imiti la decisione presa oltreconfine, e così via. Il mio punto di vista? Assolutamente superfluo, ma aggiungo solo una cosa: non è una questione di citare o non citare questo o quel sito, questo o quel marchio. Lucidamente, il giornalismo d'oggi senza queste due parole avrà vita dura, visto che pare che tutta l'informazione sembra che passi solo ed unicamente da quelle parti. Giusto o sbagliato? Non so, so solo che una volta il giornalismo era diverso, non necessariamente peggiore di oggi.
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