giovedì 6 dicembre 2012

NON RESTARE CHIUSO QUI...

Come cambia il modo di comunicare al tempo dei social network? Beh, è indubbio che il binomio Internet + componente social abbia allargato la base di utenza e abbattuto confini temporali e spaziali, creando una Rete delle Reti che tende ad espandersi su scala globale. Certo, poi ci si imbatte in improbabili status update, tentativi (spesso riusciti) di violenza della lingua, deliri mattutini e/o pomeridiani e/o serali e/o notturni, opinioni più o meno autorevoli e dichiarazioni forti. Sì, la Rete ha permesso a tutti - ma proprio a tutti - di esprimere la propria opinione, giusta o sbagliata che sia, sia questa con cognizione di causa o completamente fuori luogo.
Ai tempi dei social, tuttavia, cambia anche il modo di (s)ragionare, di pensare. E' una questione biologica, di adattamento del cervello: il numero degli studi scientifici in tal senso è destinato ad aumentare, e la questione non riguarda soltanto bacheche e like, ma più in generale il (nuovo) rapporto tra il genere umano e le macchine, o con la riorganizzazione digitale dell'informazione.
Ma, come spesso accade, c'è sempre l'uomo dietro ogni piano. E non stupisce affatto leggere un articolo che parla dei prossimi obiettivi di Facebook nel prossimo futuro in cui si delinea uno scenario piuttosto discutibile, visto sotto un certo punto di vista. Protagonista rimarrà sempre l'utente del vostro social network preferito, posto in relazione con ciò che scrive e ciò che compie tra le pagine di FB e dintorni. Sul sito di Jack (già, quello del messaggio martellante) compare un'intervista al capo del progetto Open Graph, vale a dire la piattaforma di sviluppo - e controllo, non dimentichiamolo - delle applicazioni che si interfacciano sempre più con Facebook. Open Graph permette un monitoraggio a tutto tondo delle informazioni che vengono lasciate sul social network: è lo sfruttamento del dato digitale all'ennesima potenza, è l'ennesima dimostrazione di quanto sia facile carpire tanto di voi e manipolare il risultato per fini commerciali - se non peggio.
I fini dell'operazione? Sconfinati, come il potenziale dello strumento in questione. Per ora non si arriverà alla lettura del pensiero così come esplicitato a nove colonne dall'articolo citato, ma in fondo si farà qualcosa di simile, poiché i vostri pensieri (intesi come informazioni che scrivete, siano questi aggiornamenti di stato, commenti o post) saranno letti, interpretati e (ri)utilizzati per una profilazione talmente precisa che non sbaglierà neanche una virgola. Una vostra virgola.

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